Discendenti del Senatore Carlo Cesarini e di Zaira Corsi
Figli:
Vittoria (1860-1945) Sposò il commendatore Silvio P. Pellas presidente dei Sylos di
Genova. La famiglia Pellas era originaria di Maillane, nella zona di Aix en
Provence, ma da lungo tempo trasferita a Genova. Attualmente i discendenti di
Vittoria e Silvio vivono in Francia. Vittoria, crocerossina, insieme al marito
fondò e finanziò la casa del soldato dopo la prima guerra mondiale.
Cesare (1864-1946), avvocato cavaliere ufficiale direttore della Banca d’Italia
in varie città nato a Lucca ed ivi deceduto, sposato con la nobile Maria
Vittoria figlia del cavaliere ingegnere Pietro Massazza di Mede Lomellina, ma
trasferitosi a Novara dove fu due volte sindaco della città. Collaborò con
l’architetto Alessandro Antonelli, quale direttore tecnico dei lavori, quando
l’Antonelli ideò e costruì la cupola di San Gaudenzio. Fu l’ingegnere Pietro
Massazza che diresse ed effettuò la collocazione della statua del Redentore
sulla sommità della cupola in assenza dell’Antonelli, trattenuto a Torino. Fu
per quasi trent’anni presidente della fabbrica lapidea di San Gaudenzio.
Ricoprì la carica di consigliere comunale di Pavia. A Mede effettuò opere
filantropiche. Era cugino dell'ammiraglio Gian Battista Magnaghi. Suo Fratello, Gaspare, era sposato con Maria Anna Nigra, zia e madrina di sua figlia Maria Vittoria. Pietro si sposò con Teresa Bono, che fu la prima presidente della società operaia femminile di
Novara. La famiglia Bono, oriunda di Belgirate, si distinse con Benedetto Bono
conte del Regno Italico, personaggio molto importante e influente del periodo
napoleonico. Sua figlia Adelaide, sposata Cairoli fu madre dei fratelli
Cairoli, il maggiore dei quali fu chiamato Benedetto, dal nome del nonno
materno. Non vi è in Italia una città dove non vi sia una piazza, una via o un
monumento dedicato ai Cairoli. Madre di Teresa fu Rachele Duelli, discendente
de antiche e influenti casati italiani.
Cesare Cesarini, in seguito alla costituzione della Banca d’Italia il 28 marzo 1894 fu destinato
a Roma alla direzione generale e preposto all’ufficio legale relativo alle liquidazioni
delle attività immobilizzate, dove rimase più di un anno quando su sua
richiesta fu trasferito a Firenze. Recatosi a Novara a far visita allo zio
materno, generale Domenico Corsi, si fidanzò con Maria Vittoria Massazza. Questi
coniugi celebrarono le loro nozze d’oro.
Amalia (1867-1932) Fu la terza ed ultima figlia di Carlo e Zaira Cesarini. Nubile, fu una donna profondamente religiosa, amatissima dai nipoti, dopo la morte
della madre nel 1916 visse prevalentemente a Genova con la sorella Vittoria ma
anche col fratello. Morì a Genova ma venne sepolta a Lucca nella tomba Cesarini
dove si trovavano i suoi genitori e dove in seguito sarebbero stati tumulati
anche il fratello Cesare e la cognata Maria Vittoria Massazza, deceduta a Roma,
dove trascorse gli ultimi mesi della sua vita.
Nipoti:
Piero (Pier Carlo) (1898-1991) fu l’unico figlio di Cessare e Maria Vittoria
Cesarini. Laureatossi in giurisprudenza all’Università di Modena, dove allora
suo padre era direttore della Banca d’Italia. Quando i suoi genitori si trasferiscono
a Viareggio dove comprarono una villa in Viale Giosuè Carducci (un’altra in via
Verdi l’avevano già dall’inizio del secolo ma probabilmente non vi hanno mai
abitato) egli si trasferì a Firenze per far pratica presso lo
studio dell’avvocato Guido del Beccaro, figlio di Enrichetta Cesarini e cugino
di suo padre. Lui nella sua città natale era nato nel palazzo Fenzi in via San
Gallo e battezzato nel “Bel San Giovanni” (padrino il nonno Carlo Cesarini e
madrina la nonna Teresa Massazza Bono). Tenne al Lyceum alcune conferenze.
Su richiesta dei
genitori si trasferì a Viareggio dove aprì uno studio legale -era abilitato a
patrocinare presso le più alte corti e collaborò con il cugino Guido del
Beccaro, ideatore e presidente della costruzione dell’autostrada Firenze Mare-.
Appassionato d’arte collezionò alcuni quadri di Macchiaioli e postmacchiaioli
andati perduti nella seconda guerra mondiale. Pubblicò alcuni studi
storico-giuridici e fino alla fine della sua vita fu sempre molto interessato
alle materie giuridiche delle quali era uno sperto conoscitore. Grazie a questa
sua conoscenza, rimasto vacante il posto di pretore, fu nominato pretore
onorario di Viareggio. Venne creato cavaliere della corona d’Italia il giorno
11 aprile 1931. Conobbe in questo periodo Anahid Sarukhan-Bek che viveva allora
a Viareggio con la madre, Elisabetta Saokian, nata Adamoff e con il figlio
Giuseppe (Buby), avuto dal suo primo matrimonio (annullato).
Ella discendeva
de una antica famiglia principesca armena che ebbe anche il titolo reale. Erano
i principi Artsruní. Il ramo al quale apparteneva Anahid era quello degli
Artsruní Maukaberdelí dal castello di Mankharberd a nord del lago Sevan ai
confini con la Giorgia. Questi principi asserivano di discendere dal re di
Assiria Senakerib (sec. VII-VI a. C.) e questo è stato poi provato dal test del
DNA. Il nome di Senakerib si incontra nella genealogia dei principi, poi re,
del Vaspurakan. Le vicende degli antenati di Anahid meritano una
esposizione a parte.
Piero e Anahid
contrassero matrimonio che durò 55 anni. Da questa unione nacque un solo figlio
Carlo (1932-) l’ultimo della
famiglia Cesarini, nato a Viareggio. Ebbe come padrino di battesimo il nonno
Cesare Cesarini e come madrina la nonna Elisabetta Saokian nobile Adamoff. Questo fu
studioso di lingue e letterature straniere, nonché di storia dell’arte. Viene
considerato come memorialiste della nobiltà armena e conoscitore di quella del
Caucaso in generale. Membro del comitato fondatore della Società Dante Alighieri
a Birmingham, dove lavorava presso l’Universitá come assistente di italiano.
Collaborò nel movimento Nuova Spes con in compianto Don Pace. Fu nominato
membro dell’associazione della nobiltà armena e suo rappresentante per
l’Italia. Visitò vari paesi europei e le rispettive pinacoteche e si recò tre
volte in Armenia, e da qui in Karabakh.